AMORE
Vivere insieme salva e rassicura (nella coppia, nella società) ma porta anche all'addomesticamento sistematico delle pulsioni profonde.
È possibile vivere insieme senza soffocare o zittire parti di sè?
O per poter essere autenticamente, vivere pienamente è necessario separarsi dalla rassicurante (ma anche uniformante) aggregazione degli individui?
Quale prezzo paga chi tenta questa strada?
L'AMORE è sempre amore-per-l'altro ed è per sua natura eterosessuale.
E' il DUE che fonda i legami amorosi, l'eteros, fondamentale perchè ci sia una coppia (“omosessuale” o “eterosessuale” non importa).
L'esperienza del due è l'esperienza del limite: non ci sono solo io, non sono tutto io.
Il due implica anche le due funzioni: materna (di cura, di accoglienza che si esplica nella frase “non sei solo”) e paterna, (di rispetto della legge, che si esprime nella frase “puoi o non puoi”).
(M. Recalcati, Forli 18 ottobre 2018)
“L'altro se non passa vicino a me come noi passiamo vicino ai muri, mi altera. E senza questa alterazione che mi spezza, mi incrina, mi espone, come posso essere attraversato dall'altro, che è poi il solo che può consentirmi di essere, oltre che me stesso, altro da me?
Allora l'amore si pone come radicale sovvertimento della stabilità, dell'ordine, dell'identità, della proprietà, che sono regolati dalla legge del giorno, che nulla sa della passione per la notte. E con amore, l'altro, non perché io possa reperire il senso profondo di me stesso, ma perché possa perdere quel me stesso diurno che non mi consente di accedere a quella notte dell'indifferenziato da cui un giorno siamo emersi, ma con cui sarebbe estremamente pericoloso perdere i contatti.
Per questo diciamo che l' amore non è una cosa tranquilla, non è delicatezza, confidenza, conforto...L'amore è violazione dell'integrità degli individui, è toccare con mano i limiti dell'uomo, una rottura di sé perché l'altro lo attraversi”.
(U. Galimberti, Le cose dell'amore)
“Purché tu viva dando ascolto al ritmo che ti porti dentro – a ciò che sale dal fondo di te stessa. Gran parte del tuo comportamento è una forma d'imitazione, oppure risponde a doveri inventati o a preconcetti errati su come una persona debba essere.
L'unica sicurezza su come tu ti debba comportare ti può venire dalle sorgenti che zampillano nel profondo do te stessa”.
(E. Hillesum, Diario)