Azione - Philos

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AZIONE

La condizioni dell’esistenza umana – vita, natalità, mortalità, mondanità, pluralità e terra - non potranno mai “spiegare” che cosa noi siamo o rispondere alla domanda “chi siamo noi”? È per la semplice ragione che non ci condizionano in maniera assoluta. Anche se viviamo sempre soggetti alle condizioni della terra. Non siamo meramente creature-legate-alla terra.
Con la parola e con l’agire ci inseriamo nel mondo umano e questo inserimento è come una seconda nascita, in cui confermiamo e ci sobbarchiamo la nuda realtà della nostra appartenenza fisica originale. Questo inserimento non ci viene mai totalmente imposto: esso scaturisce da quel cominciamento che corrisponde alla nostra nascita e a cui reagiamo iniziando qualcosa di nuovo di nostra iniziativa. Agire, nel senso più generale del termine, significa prendere una iniziativa, iniziare, (come indica la parola greca archein, incominciare), mettere in movimento qualcosa.
Con la creazione dell’uomo il principio del cominciamento entrò nel mondo che è un altro modo per dire che il principio della libertà fu creato.
É nella natura del cominciamento l’imprevedibilità. Il nuovo si verifica sempre contro la tendenza prevalente, il nuovo appare sempre alla stregua di un miracolo. Il fatto che l’uomo sia capace di azione significa che da lui ci si può attendere l’inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile”.
(Hanna Arent, Vita activa. La condizione umana)

Arent distingue l’azione in tre tipi:
- c’è il lavoro (homo laborans) che implica appunto il lavorare, consumare e tutte le azioni legate al soddisfacimento dei nostri bisogni biologici;
- c’è il fare (homo faber) che è agire legato alla creazione, produzione di strumenti, legato alla tecnica.
- e infine c’è l’agire propriamente detto, ovvero quello che ha come riferimento gli altri , agire politico nel senso forte del termine.
Questo agire è di natura diversa perché ha a che fare con persone e non con cose, anche se a volte noi ci relazioniamo con le persone come se fossero cose.
Questo agire relazionale svela la caratteristica più profonda e autentica della condizione umana: siamo uomini tra uomini. Dare inizio ad una azione allora significa sempre dare inizio a una qualche forma di relazione perché in quell’agire il riferimento è l’altro essere umano.

Agire e pensare, dove il pensare non è speculazione né ragionamento, e’ piuttosto una sorta di concentrazione dove noi concentriamo tutte le altre capacità, l’assoluto essere desti.
(Hanna Arent, Quaderni e diari)
 





 
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