Maschile Femminile - Philos

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MASCHILE FEMMINILE

La lettura neurobiologica
C'è una differenza tra il corpo del maschio e il corpo della femmina determinata alla base dalla differenza cromosomica che diventa anatomica, fisiologica e neurologica.
Secondo questa lettura uomini e donne funzionano in modo diverso, hanno peso i fattori genetici e biologici nei comportamenti umani.

La lettura psicoanalitica
Nella lettura psicoanalitica che parte con Freud c'è una distinzione tra il maschile e il femminile, rappresentato simbolicamente dal padre e dalla madre e dai loro diversi organi genitali.
Simbolicamente perchè al di là del puro dato biologico a cui le dimensioni sono collegate (per Freud il corpo determina l'aspetto psichico, per altri no) maschile e femminile sono due funzioni psichiche diverse, che però appartengono a tutti, uomini e donne, per il fatto che ognuno di noi ha interiorizzato un “padre” e una “madre”.
La funzione paterna/maschile è riconducibile alla legge, alla razionalità logica-astratta, al contenimento, al divieto, all'autorità, all'azione, alla forza, al futuro.
La funzione materna/femminile è riconducibile alla cura, alla difesa della vita, al grembo, all'inconscio, alla notte, al pensiero empatico, alla vitalità, al passato, alla casa.

ANIMUS-ANIMA: Jung definisce Anima l'immagine del femminile che ogni essere umano di sesso maschile ha interiorizzato, mentre definisce Animus l'immagine del maschile che ogni essere umano di sesso femminile ha interiorizzato". Per Jung ogni psiche è androgina, contiene archetipi del maschile e del femminile, che ognuno declina in base alla cultura e alle esperienze che ha vissuto. “L'anima presta alla coscienza maschile relazione e connessione, l'Animus presta alla coscienza femminile riflessività, ponderatezza e conoscenza”. (Aion)

L'approccio socio-antropologico
Simon de Beauvoir scrive ne Il secondo sesso:
“Come studi in biologia hanno dimostrato, non è affatto semplice fornire una descrizione esaustiva della nozione di femmina e di maschio nel mondo animale né in quello vegetale. “Maschio” e “femmina” sono due tipi distinti definiti generalmente in riferimento al fenomeno della riproduzione. Tra gli animali e tra i vegetali però tale divisione non è sempre così chiara né sempre si realizza. In alcuni casi i due tipi non sono completamente distinti, in altri non è semplice discernere l’uno dall’altro, in altri ancora la distinzione è solo accennata (come per esempio nel caso di certi pesci)”.

La natura non è mai assunta come puro dato: è femmina ciò che culturalmente viene definito tale, così come il maschile viene co-costruito secondo processi non sempre consapevoli.
Esempi al riguardo sono le femminelle napoletane: maschi che vengono definite femmine e come tali vengono trattati oppure l'attribuzione dell'anima-nome presso gli Inuit, che  definisce il sesso e i ruoli sociali di quella persona.
SESSO E GENERE: Il sesso non è il genere, ovvero la nostra identità di uomini e donne. Il genere è un costrutto sociale, che ha a che fare molto di più con le nostre vite del  “sesso”.
Pertanto, l’idea di donna o d’uomo è una sorta di “illusione” che proietta modi di interagire tra individui di sesso diverso ed è contaminata dalle nostre credenze o dai nostri pregiudizi socio-culturali. Si tratta, in altre parole, di un’idea che rimanda a una costruzione filosofica-religiosa-medica-scientifica soggetta a mutamenti di senso nel corso dei tempi. Più precisamente, la costruzione sociale del genere è pragmaticamente influenzata da fattori extralinguistici di realtà sociali, ambientali, psicologiche e culturali autonome. Vale a dire, i nostri schemi di catalogazione e discriminazione dei generi sono socialmente costruiti perché i loro usi sono, almeno in parte, determinati da fattori sociali e culturali storicamente contingenti. Il significato delle espressioni di genere non è pertanto fissato definitivamente, piuttosto viene plasmato dal nostro uso comune. (V. Tripodi, Convenzioni e genere)

Per J. Butler “il genere è il luogo della crisi e della precarietà permanente, esso rimanda costantemente al nostro rapporto con l'alterità”.

 
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