Memoria - Philos

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MEMORIA

Che valore ha ricordare il passato? La nostra storia, i nostri “errori”?
Ci aiuta ad agire in modo diverso o è un peso che ci impedisce di aprirci al nuovo?
Accettare una situazione, una relazione, noi stessi o impegnarsi per cambiarla? Quale è il confine tra accettazione e cambiamento?
Meglio attaccarsi ad una idea o lasciare andare le cose come vanno?

"Tenere una ferita aperta può comunque anche essere salutare: una ferita sana e aperta; a volte è peggio quando si rimargina.
La vita può essere capita solo all'indietro ma va vissuta in avanti".
(Soren Kirkegaard, Diario)

Necessità della memoria
"La prima cosa che mi viene da dire è che il tema della memoria non è solo un tema di filosofia, ma è un tema che è radicato profondamente in ciascun essere umano che ha, come è stato detto, il terrore di essere dimenticato. Il nostro desiderio di immortalità, indipendentemente dal fatto che crediamo o meno nell'anima immortale, è comunque forte. Siamo pieni di oggetti che suscitano ricordi: ad esempio, i cimiteri sono luoghi che ci richiamano alla memoria le persone scomparse. Si può affrontare questo tema su un piano di filosofia alta e ci si può anche rendere conto della sua presenza guardando ai prodotti culturali. In un bel film intitolato "Blade Runner", compaiono degli uomini sintetici, i "replicanti", assolutamente identici agli esseri umani. Essi ignorano di non essere uomini e posseggono una finta memoria, che gli è stata inserita nel cervello come in una macchina, e che gli da l'impressione di aver vissuto una vera vita. Nel momento in cui una di loro sospetta di essere una replicante, inizia a dubitare anche dei propri ricordi: la possibilità che questi possano essere falsi la getta in una angoscia terribile, poiché ella sarebbe così una persona che non può avere nostalgia del passato. Ecco l'assenza della nostalgia, l'assenza della memoria è, come si dice comunemente, una perdita dell'identità. Se non avessimo la nostra memoria non sapremmo chi siamo".
(Intervista a Paolo Rossi, Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche RAI)

Il passato è parte di noi
"Il passato si conserva da se stesso, automaticamente. Esso ci segue, tutt'intero, in ogni momento: ciò che abbiamo sentito, pensato, voluto sin dalla prima infanzia è là, chino sul presente che esso sta per assorbire in sé, incalzante alla porta della coscienza, che vorrebbe lasciarlo fuori. La funzione del meccanismo cerebrale è appunto quella di ricacciare la massima parte del passato nell'incosciente per introdurre nella coscienza solo ciò che può illuminare la situazione attuale, agevolare l'azione che si prepara, compiere un lavoro utile. Talvolta qualche ricordo non necessario riesce a passar di contrabbando per la porta socchiusa; e questi messaggeri dell'inconscio ci avvertono del carico che trasciniamo dietro a noi senza averne consapevolezza. Ma, se anche non ne avessimo chiara coscienza, sentiremmo vagamente che il passato è sempre presente in noi. Che cosa siamo, infatti, che cos'è il nostro carattere se non la sintesi della storia da noi vissuta sin dalla nascita, prima anzi di essa, poiché portiamo con noi disposizioni prenatali? Certo noi pensiamo solo con una piccola parte del nostro passato; ma desideriamo, vogliamo, agiamo con tutto il nostro passato, comprese le nostre tendenze congenite. […] Il mio stato psichico attuale si spiega con ciò che c'era in me e agiva su di me: analizzandolo, non troverò in esso altri elementi. Ma nemmeno un'intelligenza sovrumana avrebbe potuto prevedere la forma semplice e indivisibile, che dà a tali elementi, affatto astratti, la loro organizzazione concreta: poiché prevedere significa proiettare nel futuro ciò che si è percepito in passato oppure raccogliere in un composto nuovo, diversamente ordinato, elementi già noti. Ma ciò che non è mai stato percepito e che è, insieme, semplice, è necessariamente imprevedibile. Tale è, precisamente, ogni nostro stato di coscienza, considerato come un momento di una storia in via di svolgimento: è semplice, e non può esser già stato percepito, poiché concentra nella sua unità indivisibile tutto ciò che è stato percepito più quello che il presente vi aggiunge. E' un momento originale di una storia non meno originale".
(H. Bergson, Materia e memoria)

Ricordare e dimenticare
"Ciò che si vede dipende da come si guarda. Poiché l'osservare non è solo un ricevere, uno svelare, ma al tempo stesso un atto creativo".
(S.Kirkegaard, Aut Aut)

"Mencio ci dice: si sarchia, si rimonda ai piedi dello stelo; muovendo la terra, facendola respirare, si favorisce la crescita. Bisogna guardarsi sia dall'impazienza sia dall'inerzia. Nè volontarismo, né passività..non ingerirsi, non ingegnarsi, ma conformarsi alla propensione e accompagnarla; non guidare mettendosi davanti ma assecondare, per portare la propensione al suo dispiegamento.
Lao Tzu lo riassume magistralmente in poche parole: “aiutare ciò che procede da solo”.
(F. Jullien, Pensare l'efficacia in Cina e in Occidente)

 
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